Con il sorriso sulle labbra

Non ci puo' essere un buongiorno senza un arrivederci, questa e' la frase che ho ripetuto alla mia amica Nathalie quando ci siamo guardate in faccia e siamo scoppiate a piangere. L'incontro AFS che abbiamo avuto sabato e' stato molto emotive, forse per il fatto che tutti eravamo coscienti che fosse l'ultimo incontro per alcuni di noi. Nada dal Qatar, symon dal Bangladesh, Fabian e Dustin dalla Germania, Bernard dall'Austria sono persone che non vedro' piu' per il resto dell'anno e chissa' quando li rivedro' nella mia vita, si spera sempre un paio di volte, ma chi lo sa. Nonostante le lacrime mi hanno lasciato con il sorriso, con tanta allegria, ora se ci ripenso divento un po' triste, ma sono state due giornate fantastiche insieme, mi hanno davvero dimostrato l'unione che abbiamo, non importa da quale parte del mondo veniamo, da quale angolo del globo, la nostra amicizia non la puo' rovinare,e le foto e i momenti che abbiamo passato insieme saranno sempre li', in una parte del nostro cuore, ad aspettare di essere tirati fuori di nuovo ed essere ricreati. Come ogni volta abbiamo parlato delle nostre aspettative, dei problemi che abbiamo dovuto affrontare e di come siano cambiate le cose, ma questa volta bbiamo dovuto affrontare un nuovo argomento: come sara' quando ritorneremo a casa, cosa pensiamo ci aspettera', ma soprattutto cosa ci manchera' degli States e per la prima volta ho veramente sentito una mancanza presente, sapere che manacano solo 6 settimane e che le altre volte che rivedro' la mia famiglia ospitante saranno solo 5 o 6 nel resto della mia vita, mi fa piangere il cuore. Abbiamo coperto argomenti importanti con il nostro gruppo e abbiamo parlato di come sara' strutturato il nostro ritorno, di come sara' un solo genitore a portarci fino alla casa dove passeremo la giornata ad aspettare il Pullman per New York per motivi psicologici, perche' altrimenti passeremmo tutto il tempo a piangere, le attivita' che ci faranno fare per entrare in un ambiente piu' felice, per farci venire la voglia di tornare a casa. Abbiamo parlato di come saranno le settimane seguenti, delle sensazioni che sentiremo e delle mancanze che verranno a farsi sentire. Abbiamo letto storie di persone tornate a casa, di come si sono sentiti e cosa hanno provato, di come sono stati accolti e delle differenze che si sono presentate una volta tornati alla normalita'. Normalita' che non e' piu' la stessa perche' ad affrontarla si trova una persona diversa da quella che era partita un anno prima. Abbiamo fatto finta di niente, abbiamo messo su un sorriso per nascondere le lacrime e ci siamo abbracciati come se fosse il primo giorno, il giorno in cui eravamo tutti un po' timidi, piu' giovani e tanto diversi.
Questo weekend e' stato traumatico, mi ha distrutta fisicamente ed emotivamente, ma mi ha riempita  di amore, mi ha caricata, preparata a fare di queste ultime settimane il meglio e di dare tutta me stessa in ogni cosa che faccio.

Adesso, seduta qui sul pavimento della mia camera ritorno a giovedi mattina, quando, seduta in classe, ho ricevuto il mio pass per uscire da scuola. La nostra partenza per il nord Virginia, programmata per venerdi' mattina spostata a giovedi' causa allagamenti previsti per la sera. Ovviamente non mi ha scocciata per niente, preferisco essere seduta in una macchina che assistere alla lezione di Fisica, non c'e' nemmeno da chiederlo, e cosi' alle 11 io e sue ci siamo messe in viaggio e siamo arrivate a destinazione verso le 2. Ad aspettarmi c'erano due volontari AFS che mi hanno accolta nella loro casa, Nada era a scuola quindi per un'oretta buona abbiamo chiacchierato. Verso sera eravamo in 5, Italia, Norvegia, Corea del Sud, Qatar e Germania. L'energia dopo cena alle stelle in quanto siamo stati svegli fino alle 3 del mattino, aspettando non si sa cosa. Quando finalmente ci siamo messi a dormire la sveglia e' suonata troppo presto, con un'alzata alle 6.30 le nostre faccie non erano troppo sorridenti. Quando alle 9 ci siamo ritrovati con gli altri ci siamo illuminati e ci siamo ricaricati di energie come la sera prima, alla fine vedere la casa binaca non e' una cosa che si fa ogni giorno no? E cosi' attraversando Washington per la prima volta mi sono sentita un po' a casa, non vedere case a piu' piani da un bel paio di mesi mi ha riportata in Italia. La prima tappa e' stata il capitol building, sede del governo Americano e quindi una tappa per tanta gente che infatti riempiva l'ingresso al museo. Non abbiamo fatto una visita guidata, ma siamo rimasti nel visitor centre aspettando l'apertura del ristorante dove abbiamo mangiato il pranzo. Verso mezzogiorno siamo scesi dal Pullman direzione casa Bianca. La nostra guida ci aspettava, ci ha istruito sulle varie regole da seguire, dei vari passaggi che avremmo dovuto seguire per il nostro ingresso. Non li ripetero' tutti, ma pensate che siamo dovuto passare in una stanza dove c'era un ventilatore che ci soffiava addosso e un cane che annusava sull'altro lato della stanza. Una volta dentro abbiamo visitato alll'incirca 6 o 7 stanze, sale ricevimenti, biblioteca, il lungo corridoio lungo il quale Obama tiene i suoi discorsi e prima che ce ne rendessimo conto eravamo fuori.

Tutti ci tenevamo molto a fare un selfie con il Presidente, che seppur essendo a casa non abbiamo visto, quindi ci siamo accontentati della Casa Bianca in se'. Soddisfatti e sentendoci fortunati siamo risaliti sul Pullman e abbiamo visitato altri monumenti, tra i quali il recentissimo memorial di Martin Luther King. Stanchi e felici ci siamo avviati a casa dove ad aspettarci c'era una sorpresa organizzata per noi, una caccia al Tesoro come mai vista prima. Ci hanno divisi in 4 gruppi, e ciascun gruppo armato di occhiali da sole e macchina fotografica si e' messo all'opera per trovare il nome piu' adatto per il gruppo. Noi siamo partiti con AFS (agency of foreign spies), nome adattissimo, e abbiamo iniziato la nostra ricerca. Con 30 foto e tanto divertimento siamo poi giunti al termine dove ad aspettarci c'era una pizza favolosa. (lo dico da italiana). Per smaltire abbiamo giocato a football, sapete sembra facile, ma tirare la palla richiede uno sforzo enorme. Sudati, ma felici ci siamo messi a vedere un film che non mi e' piaciuto piu' di tanto. Ovviamente la compagnia superava questo e quindi ha reso tutto piu' interessante. Stanchi, ma felici alle 2 abbiamo spento le luci e ce ne siamo andati a dormire, pronti per sabato, giornata delle mille emozioni e delle lacrime di cui vi ho parlato prima. Alle 16.30 si e' presentato alla porta il mio fratellone, Cameron, che mi e' venuto a prendere per tornare a casa. E' stato durissimo tenere gli occhi aperti quando le 8 ore di sonno continuavano a ripresentarsi e quindi arrivata a casa la prima  cosa che ho fatto e' stata tuffarmi nel mio letto. Oggi mi sono svegliata di buon'umore e dopo una doccia mi e' venuta  a prendere la mia amica Kaitlin per andare a Yorktown a prendere un gelato. Un bel pomeriggio rilassante, mi ha fatto salire la voglia per questa estate quando non mancheranno le giornate al lago/mare.

Ora vado a raccontare tutta questa storia a Sue e Bob che sono appena tornati dalla laurea di Mathew.
A presto,
Joycie Poicie.









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