#WestCoast

Eccoci di nuovo in viaggio, sono le 10.42 ora americana e ci troviamo a Lone Pine, una piccola cittadina in Nevada. Abbiamo attraversato il confine con la California ieri pomeriggio con un paesaggio mozzafiato e temperature molto più basse rispetto a quelle che abbiamo trovato fino ad ora. L'altezza è un fattore importante in quanto abbiamo attraversato il Tioga Pass a più di 3000m. Passiamo da città enormi a montagne a deserti e la prossima tappa sarà un altra città, Las Vegas.
Ormai siamo in viaggio da una settimana, ma mi sembra di essere in giro da mesi, la varietà nei panorami è infinita e non smette mai di stupirci. Abbiamo iniziato con un tramonto a Washington DC per poi spostarci all'umidità della Virginia direzione casa. A volte mette un po' confusione se mi riferisco a casa con due paesi diversi, ma il posto nel quale ho passato un anno rimarrà sempre la mia home.   Parlando di home vi chiederete come è stato il mio ritorno a casa. Seppur breve è stato veramente intenso, posso dire di essere tornata nel vivo della movida italiana. Non avendo riferimenti al mio precedente post non mi ricordo bene di cosa ho parlato, anzi sono molte le cose che sono un po' sfocate di quei giorni, forse per il jet lag, o per le emozioni che mi hanno completamente travolta. La maggior parte del tempo l'ho passato con i miei amici in quanto la vacanza nei States sarebbe stata una full immersion con la mia famiglia. Cosa si prova a tornare? Tutto! Gioia, rabbia, tristezza e tanto tanto amore. Una delle cose di cui sono più grata è ritrovare i miei amici esattamente dove li ho lasciati ma tutti più forti e uniti rispetto a prima.
Tornando alla mia home, in Virginia, non vi ho ancora detto che cosa è successo. C'è stato un incontro America-Italia in quanto i miei hanno finalmente incontrato la mia seconda famiglia. Vi posso dire che non ci sono molte sensazioni che si possono paragonare a vedere le persone a cui vuoi più bene incontrarsi. È molto difficile da spiegare e non ve lo svelerò, ma spero che i futuri exchange che stanno leggendo il mio blog lo possano provare. Ovviamente una volta che porti la tua famiglia nella casa dove sei stata un anno vuoi che provino ciò che hai provato tu, tralasciando le cose meno belle e quindi abbiamo visitato Williamsburg (lo avevo descritto un po' di tempo fa in un altro post), Yorktown, il mio liceo, Wall Mart e il centro della mia cittadina. Tra le altre cose hanno avuto la occasione di assaggiare i miei piatti preferiti fatti dalla mia mamma americana e la possibilità di parlare con loro di cose di cui è difficile parlare attraverso una mail. Una esperienza veramente speciale e che non vedo l'ora di riprovare ma questa volta in Italia. Sarà l'orgoglio italiano o una cosa personale, ma ogni qualvolta posso mostrare a qualcuno i miei posti preferiti mi prende una felicità immensa. Gli addii sono stati meno facili, ci siamo lasciati senza sapere dove e quando ci saremmo ritrovati, le lacrime sono scese un po' a tutti, ma penso mi sia servito avere una specie di passaggio di famiglia, essere lasciata da una e trasferita in un'altra, un momento di chiusura e di riinizio. Dopo aver volato per altre 5 ore direzione ovest siamo atterrati nel mezzo del mare, litterally! Io seduta accanto a mia mamma e mia sorella, vicina al corridoio, guardando dal lato destro e da quello sinistro tutto ciò che vedevo era mare e quindi stavo già aspettando di sentire il tonfo nell'acqua e l'allarme che diceva di tirare fuori i salvagenti. Siamo atterrati tranquillamente e le porte si sono aperte mostrandoci la nebbia tipica di San Francisco. Come ogni turista allungavano il collo stile giraffa per cercare il Golden Gate Bridge ma senza risultato. Il Ponte Rosso l'abbiamo visto due giorni dopo quando abbiamo preso le nostre biciclette e ci siamo messi a pedalare su per il ponte con direzione Sausalito, una cittadina di mare aldilà della Baia di San Francisco e che ci ha lasciati stanchi ma estremamente soddisfatti del nostro piccolo tour. Che dire, purtroppo San Francisco non mi ha lasciata molto sorpresa, di sicuro non quanto la nostra meta successiva, il Parco Nazionale dello Yosemite, di cui dovreste aver sentito parlare per le grandissime sequoie. Si, sono grandi quanto nelle foto, noi ci siamo pure passati attraverso il tronco. I paesaggi dello Yosemite li abbiamo visti da un trenino che ci ha portati a spasso per 2 ore. Più che a vedere le cime delle montagne abbiamo passato il tempo ad avvistare animali che però non ci hanno fatto il piacere di uscire per un saluto. I famosi orsi che apparentemente rompono 150 macchine all'anno per cibo ci hanno lasciati da soli. Le due notti le abbiamo passate in un villaggio costituito da tende bianche molto carine e che erano affiancate da un bear locker, un armadio di metallo in cui abbiamo dovuto chiudere a chiave ogni fonte di cibo, acqua e profumo vari in modo da non attirare l'attenzione degli orsi. Non tanto pauroso quanto il posto in cui abbiamo passato la notte scorsa, non tanto per il posto in cui abbiamo dormito, ma per gli animali che ci vivono. Linci (mio papà ne ha vista una a due metri da lui), conigli e il migliore: serpenti. Mi sembra di aver già detto in qualche post che questo costituisce l'unica paura che ho e quindi immaginate se questo è pure velenoso. Che felicità. Anche qui abbiamo passato una notte, più di passaggio che per altro, ma comunque ci ha lasciati sorpresi per i paesaggi che ricordano molto quelli del medio oriente.
Stamattina ci siamo svegliati all'alba e ci siamo diretti a Manzanar, un campo di internamento nel quale gli americani hanno messo i cittadini americani di origine giapponese subito dopo il bombardamento di Pearl Harbour. Dopo un video molto interessante ci siamo rimessi in macchina e ora se mi giro e guardo fuori dal finestrino vedo montagne montagne montagne, deserti e un cactus ogni tanto. Siamo entrati nella Death Valley che oggi dovrebbe raggiungere i 45°C. Sperando di arrivare a Las Vegas salvi, vi lascio.
A presto, Joycie Poicie

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